La Psicologia Umanistica riconosce una sua discendenza ideale dall’umanesimo, un periodo e un movimento culturale che è diventato un simbolo della rivalutazione della persona umana nella sua totalità psico-fisica, nella sua creatività, nella sua vitalità, nel suo bisogno insopprimibile di libertà e di ricerca. Un’altra, più diretta e articolata radice filosofica della psicologia umanistica è l’esistenzialismo; dove sembra aver mutuato l’insofferenza per il pensiero filosofico e psicologico tradizionale, in quanto accademico, astratto e lontano dalla vita, oltre che una vera e propria allergia per le concezioni dogmatiche di qualsiasi tipo nel campo delle scienze umane. Per quanto riguarda la Psicoterapia Umanistica gli ispiratori, in particolare, sono stati: Abraham Maslow, Jacob Levi Moreno, Roberto Assagioli, Erich Fromm, Carl Rogers, Fritz Perls, Viktor Frankl, Ronald Laing, Wilhelm Reich, Alexander Lowen, Gerda Boysen, Eric Berne, Rollo May… La Psicologia Umanistica quindi è una Scienza inclusiva e non esclusiva; cioè tende ad includere nell’ambito terapeutico e formativo vari percorsi che hanno una funzione provocativa e di integrazione nel soggetto e ne stimolano la creatività personale.
La Psicoterapia Umanistica si basa su una concezione che sottolinea le potenzialità e le capacità positive dell’uomo. Tale concezione non si fonda su un unico modello, ma abbraccia numerose teorie e approcci filosofici e psicologici.
È stata considerata “la terza forza“, in alternativa proprio alla psicoanalisi e al comportamentismo. Maslow è particolarmente noto per aver ideato la cosiddetta “scala dei bisogni” (o piramide dei bisogni), in cui i bisogni stessi sono organizzati gerarchicamente in cinque categorie. Affinché un particolare bisogno possa guidare il comportamento di una persona, tutti i bisogni fondamentali debbono essere preventivamente soddisfatti. I bisogni più importanti sono quelli fisiologici da cui dipende la vita dell’individuo: ossigeno, cibo, acqua e sesso, il quale, nonostante non sia indispensabile per la sopravvivenza dell’individuo, lo è per la sopravvivenza della specie). Le categorie successive comprendono i bisogni di: sicurezza; amore e appartenenza; stima altrui e auto-stima. Quando tutti questi bisogni sono soddisfatti, diventa dominante il bisogno di autorealizzazione, cioè della manifestazione e del compimento delle proprie potenzialità.
Un’altra ricerca di Maslow, meno nota rispetto a quella sui bisogni, ma non meno importante, è quella che riguarda la salute psicologica. In aperta contrapposizione alla concezione psicoanalitica della personalità, basata sullo studio di soggetti nevrotici, Maslow studia la psicologia umana attraverso la conoscenza delle caratteristiche della personalità di soggetti psicologicamente sani e realizzati. Le caratteristiche principali di questi soggetti individuate da Maslow sono:
- Percezione efficace della realtà e relazioni confortevoli con essa;
- Accettazione di sé, degli altri e della natura.
- Spontaneità, semplicità, naturalezza.
- Capacità di cogliere i problemi.
- Bisogno di solitudine.
- Capacità di fare valutazioni sempre nuove.
- Autonomia; indipendenza dalla cultura e dall’ambiente.
- Sentimento comunitario.
- Relazioni interpersonali profonde.
- Struttura del carattere democratico.
- Distinzione tra i mezzi e i fini e tra il bene e il male.
- Umorismo filosofico, senza cattiveria.
- Creatività.
- Resistenza all’inculturazione.
Anche l’opera di Gregory Bateson costituisce un tassello nelle fondamenta dell’approccio umanistico, in modo particolare per quanto riguarda la ripresa del concetto di Sé, come caratteristica dell’uomo di poter stabilire un centro. Nell’ottica Umanistica il Sé è depositario dell’Autostima, il sentimento del proprio valore, della stabilità, dell’autoconsapevolezza, corporea e psicologica e della propria storia. Il Sé veicola i rapporti con il mondo esterno, determina i propri obiettivi e veicola la progettualità, si sviluppa attraverso dimensioni personali, relazionali, sociali e spirituali.